Paola Staccioli ha voluto esprimere il suo mondo interiore e il suo sentimento e dagli studi della Facoltà di Lettere di Firenze dove si è laureata in Lingue e Letterature Straniere, nel 1999, entra nel prestigioso laboratorio di ceramica del padre per conoscere il mondo dell’arte, lasciandosi guidare nei primi passi dell’erudizione del difficile mestiere.
Qui mostra subito la sua particolare sensibilità per la bellezza e scopre una nuova realtà piena di fascino e di poesia. Con assoluta determinazione, impone la sua visione spirituale esprimendosi con fiducia in se stessa: sa scegliere la memoria e il presente e creare insolite e penetranti immagini. In ogni sua opera i contenuti e le forme assumono un aspetto di unicità e originalità assoluta, quando dalla grande pittura della natura coglie ed evoca colori, fiori, erbe di campo, foglie, piccole creature che divengono lucenti adornando tazzine, vasi e sculture. Poi è capace di celebrare la bellezza del creato con occhi incantati e puri quando racconta Matteo (6 :28) nella scultura della piccola figura seduta: “Osservate come crescono i gigli della campagna: essi non faticano e non filano, eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, fu vestito come uno di loro”.
Talvolta lastre sottili ben assemblate si uniscono a formare improbabili Teiere in gioco , divengono scenari a figure in dialogo composte di sagome sottili trapuntate di piccole stelle o impreziosite di fiori, che si inarcano come fragili foglie di carte a ricevere il calore del fuoco che trasformerà la materia opaca in luce scintillante dai riflessi metallici del lustro. Altre teiere ondeggiano e si animano su corte e incerte gambe o mostrano bizzarre forme sferiche che ricordano pesci palla e si accendono di intensi colori. Tazzine senza piatto alcune con piattino ci mostrano che non sempre c’è accordo tra creatività e funzionalità. Dall’incanto della natura Paola sconfina nell’immaginario fiabesco e sulle tazzine, sulle zuccheriere e sulle tovaglie crescono foglie e gli oggetti si animano come nelle fiabe.
Colpisce questa particolare disposizione per l’umorismo del nonsense che porta la giovane ceramista a reggersi talvolta in instabile equilibrio abbarbicata alla sua produzione nella scultura autoritratto che celebra il suo lavoro.
Dopo l’esposizione delle sue opere al Museo delle Porcellane di Palazzo Pitti le ceramiche e le sculture di Paola arrivano a Castelfiorentino nel Museo dedicato a Benozzo Gozzoli, nella Pieve di Santa Maria a Chianni a Gambassi Terme e a San Vivaldo a Montaione, ancora una volta in collegamento diretto con gli artefici del passato, affiancandosi a meravigliosi affreschi e a splendide opere. Presenta la sua attività che spiritualizza la tecnica come modo ideale del suo fare, avvertendo il bisogno di richiamarsi all’identità della tradizione e di affermare il suo stile nel segno dell’armonia e della bellezza che per secoli hanno identificato la nostra realtà.

Ornella Casazza

how to make your own website